Pietro Spirito fa il punto della situazione di come viviamo i trasporti in Italia e di come si dovrebbe virare alla sostenibilità

Professore attualmente come si presenta la situazione trasporti in Italia?
Quando parliamo di trasporti non possiamo fare riferimento ad un solo Paese, perché la caratteristica principale dei trasporti è la rete di connessioni mondiali, internazionali, di cui è costituita. Non ci si ferma solo alle connessioni di tipo locale, che sono importanti, ma sono diventate un modo che ci collega con il mondo.Tra pandemia e guerra, come sono cambiati gli equilibri?
Ci sono stati una serie di cambiamenti importanti. Soprattutto con la pandemia il trasporto marittimo ha registrato una forte crescita dei noli e dei contenitori, al punto tale che il collegamento con l’Asia si è sestuplicato dal 2019 al 2021. Chiaramente questo sta modificando tutta una serie di convenienze economiche. Un chiaro esempio è il trasporto aereo che, se prima era diventato un sistema facilmente accessibile da chiunque grazie al sistema low cost, oggi è cambiato così tanto che è diventato davvero molto difficile viaggiare. Addirittura impossibile se pensiamo ad alcuni Paesi europei. Basti pensare al caso Lufthansa che ha cancellato oltre 2mila voli per una carenza di offerta contro una domanda sempre più crescente. Il vero problema è rappresentato dall’assenza di personale specializzato, una realtà del dopo pandemia. Il covid ha modificato drasticamente quello che era l’organizzazione precedente: prima avevamo trasporti più bassi e competitivi, ora trasporti molto più congestionati a prezzi molto più competitivi.Perché manca il personale ?

Come la questione energetica?
Sappiamo che l’Europa ha deciso che dal 2025 non si vendono più automobili che non siano elettriche e questo modifica tutta la filiera di chi lavora nel mondo dei motori. Si calcola che, nel momento in cui non si potrà produrre l’automobile alimentata a petrolio o metano, in Italia sono a rischio 60mila posti di lavoro. Siamo di fronte a una quantità di informazioni molto significative che però stiamo affrontando senza una programmazione adeguata. Stiamo andando senza un indirizzo, una guida e questo porta costi maggiori soprattutto dal punto di vista sociale.Professore lei e l'organizzazione di cui fa parte Alis - Associazione Logistica dell'Intermodalità Sostenibile - state lavorando per dare una consapevolezza concreta per programmare step di crescita sostenibile?

Interessante analisi della attuale situazione del trasporto nel nostro Paese che delinea con efficace semplicità le aree di crisi suggerendo possibili soluzioni.
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