Overtourism: le foto delle vostre vacanze su Instagram ci stanno rovinando le vacanze

Overtourism: le foto delle vostre vacanze su Instagram ci stanno rovinando le vacanze

 

Cresce il turismo e con esso il fenomeno dell'overtourism. Tante le cause, ma quanto è colpa di Instagram e della sindrome da like? 

Finita l'emergenza sanitaria globale il turismo è ripartito sulle ali di un entusiasmo confinato troppo a lungo tra le mura domestiche.
Certamente una notizia positiva per chi opera nel settore, ma con un però. 

Se infatti la crisi non sembra aver arrestato la voglia di viaggiare, è anche vero che questo riporta in vita i vecchi problemi che pensavamo di aver accantonato in una soffitta a marzo 2020. 

Tra questi c'è senza dubbio l'overtourism. 

Overtourism: cosa significa e quanto è grave la situazione? 

Beh, se non sapete cosa sia il fenomeno dell'overtourism significa che non ci seguite abbastanza sui social, ma tranquilli, c'è sempre tempo per rimediare. 

Overtourism significa "troppo turismo" ed è quando la presenza massiccia di turisti impatta in maniera nettamente più negativa che positiva sul luogo, sia per l'esperienza dei turisti che per quella dei residenti. 

Detto in una parola? Venezia.

Ma la Serenissima non è la sola vittima di questo fenomeno, anche la Sardegna ha i suoi bei grattacapi. L’isola ha molte aree off-limits sia per questione di sicurezza (rocce troppo friabili), sia per mera preservazione dell’ambiente e dell’isola in quanto ecosistema.

E cosa c’è di meglio di piscine naturali o di rocce bianche per una bella posa con tanto di set fotografico per una bella manciata di like?
Nulla, e lo sanno molto bene alcuni influencer che hanno preso d’assalto, con la complicità dei loro sponsor, quei territori incontaminati protetti non solo dalle guide professioniste, ma anche dalla comunità locale. Oggigiorno è facile con il passaparola sapere la localizzazione delle calette più sconosciute, una volta tesoro custodito gelosamente dai sardi. Il fenomeno dei social non ha risparmiato questi luoghi vergini e inalterati dalla spazzatura. 

Quello dell’overtourism, è un problema che ha ispirato l’artista belga Natacha de Mahieu a denunciare l’insostenibile via vai dei turisti. L’idea le è venuta quando una volta si trovava nei pressi del lago di Obersee in Alto Adige.
Natacha racconta che faceva freddo e pioveva, non proprio un momento indimenticabile da condividere.
Ma non per i turisti, in cerca del punto più instagrammabile per immortalarsi con il lago dietro lo sfondo, con t-shirt estive e sorrisi smaglianti, il necessario per essere visti dall’algoritmo dei social.
Ma per Natacha l’epifania avvenne nel vedere i dietro le quinte di quegli scatti: una volta finito con le pose, i turisti ritornavano a indossare i k-way e a coprirsi. Poi una volta applicato uno strato di filtri, una giornata piovosa e con il cielo scuro riusciva a diventare una bellissima scampagnata estiva con il tipico caldo della stagione.

Da quel momento Natacha ha deciso di fotografare la situazione dell’overtourism in vari posti del mondo: Cappadocia, le Bardenas Reales nella regione della Navarra, les Calanques in Provenza.

Le sue fotografie ritraggono tutti i turisti che visitano i luoghi tipici in un’ora (foto sotto), racchiudendoli però in un unico scatto. Con la tecnica di time-lapse e un po’ di photoshop la fotografia si riempie di persone dando l’idea dell’invasione che certi luoghi attrattivi subiscono in soli 60 minuti. Ora immaginate questo flusso costante per 8-10 ore al giorno per tutto il periodo dell'alta stagione.

Overtourism: le foto delle vostre vacanze su Instagram ci stanno rovinando le vacanze

Overtourism: è colpa di Instagram?

C’è molto dibattito sulle cause e sull’inizio del sovraturismo. Alcuni indicano l’anno di origine nel 2008, con la crisi finanziaria dei mutui subprime lo scenario immobiliare è cambiato e l’aumento degli affitti nei centri storici, insieme alla nascita dei vari siti come Airbnb, hanno creato un fenomeno di gentrificazione turistica cacciando i residenti locali. Alcuni danno la colpa ai social e alla ricerca spasmodica di dopamina da like che ha dato il via ad un turismo competitivo fatto di foto e pose solo per saziare il feed dei social.

La verità, come quasi sempre, sta nel mezzo. È vero che l’aumento degli affitti ha portato i fondi d’investimento o i grossi capitali a comprare appartamenti o interi condomini aumentando i prezzi comportandosi come un cartello unito e compatto. I residenti locali si sono ritrovati a vivere la città con i turisti tutto l’anno. Questo porta ad una congestione del traffico, inquinamento acustico, oltre che a quello ambientale fatto di benzina, rifiuti e sprechi di vario genere. L’impronta ambientale di queste aree sta aumentando di anno in anno.
Va anche detto che si abusa del termine overtourism dando la colpa solo ai turisti ma in realtà, la colpa del sovraffollamento delle aree centrali delle città è da spartirsi anche con i residenti locali e la mala pianificazione della gestione del traffico urbano.

Overtourism: le foto delle vostre vacanze su Instagram ci stanno rovinando le vacanze

Si calcola che negli ultimi trent’anni i turisti siano quasi triplicati raggiungendo gli 1,2-1,3 miliardi; a volte hanno aumentato la loro presenza in maniera esponenziale: basti pensare che la famosa roccia sporgente di Trolltunga fu visitata nel 2010 solamente da 800 persone, mentre nel 2016 il numero di visitatori è arrivato a 80000, e gran parte di questo aumento di turisti è imputato alla sua "instagrammabilità" come dicono i fanatici del social viola-arancione.

L’esempio di Trolltunga è emblematico sull’influenza che possono avere i social e gli influencer con i loro post e foto nella decisione della scelta della prossima destinazione per migliaia di migliaia di persone, il tutto solo per postare la foto sensazionale e dire "io c'ero". Questo ci porta a interrogarci su turismo responsabile e turismo sostenibile.

Ma per alcuni l’overtourism c’è sempre stato e il fenomeno social ne ha solo aumentato la percezione creando delle aeree di "micro-overtourism".
Che significa? Che il numero dei turisti è più o meno rimasto lo stesso negli ultimi 10 anni (con un aumento proporzionale all'incremento di turisti nel mondo), ma hanno creato code interminabili in quei posti dove si può scattare la foto ricordo da condividere sui social, sottraendo del tempo alla reale esperienza turistica.

Overtourism: alcune soluzioni

Che fare allora? Forse siamo di parte, ma il nostro corso sul turismo sostenibile può essere un inizio per molti operatori.

Ma tra le soluzioni c’è chi suggerisce di far stabilire alle varie nazioni un numero massimo di ingressi per non sovraccaricare le varie strutture, c’è anche chi propone di mettere delle tasse apposite per il settore turistico che andrebbero a finanziare piani regolatori per la mobilità sostenibile o le forze dell’ordine con il compito di scoraggiare vandalismo e movida.

Altri invece, puntano su appelli sulla responsabilità individuale puntando sul buon senso delle persone che andranno a prenotare viaggi in luoghi o comunità meno inflazionate.

Questa strategia è nota anche con il nome di undertourism.

Quest’ultimo potrebbe essere un palliativo temporaneo alla situazione perché le comunità potrebbero beneficiarne nel breve periodo. L’afflusso di denaro estero può far fiorire l’economia locale per poi collassare sotto il peso del numero di visitatori per i quali non hanno la capacità di assorbirne la mole.
Già perché il pericolo è di far diventare tendenza luoghi prima incontaminati dai turisti, ma che con un semplice geotag potrebbero attirare orde di stranieri alle loro porte.

Alcune importati città come Bruxelles sono al lavoro su app per la gestione del flusso delle folli di turisti.
Come funzionerebbe? Oltre ai vari numeri utili, orari dei trasporti e mappe potrete anche visualizzare in tempo reale il flusso dei turisti connessi all'app proprio come voi e le aree meno affollate, evitando di congestionare troppo le zone critiche e migliorando l’esperienza turistica dei turisti stessi, degli operatori del settore e anche dei cittadini.

Se siete del settore e volete aggiornarvi per stare al passo con i tempi e le nuove abitudini del turista medio non perdetevi il nostro prossimo webinar, mercoledì 31 maggio alle 17:30 live su Zoom. Insieme a Paola Fagioli dell'Ufficio Turismo Legambiente parleremo di valore della sostenibilità nel settore turistico e dell'iter da seguire per ottenere le certificazioni. 

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