Il fallimento delle start up in Italia

Il 95% delle start up in Italia fallisce: perché?

9 su 10. Questo è il triste dato che emerge da un report di CB Insight riguardo alla sopravvivenza delle start up in Italia. Se parlassimo in percentuale, diremmo che il 95% delle nuove aziende non sopravvive alla dura legge del mercato.

Creare un’azienda e immetterla sul mercato è un processo delicato che va valutato e calibrato in tutte le sue forme, studiando le direzioni possibili e le variabili che possono influire su tutto il processo.

Il web oggi è bombardato di pubblicità e di storie di imprenditori di successo che, con il sorriso, ti fanno capire che YES, YOU CAN. Tra il dire e il fare però c’è di mezzo un mare, nel quale ci sono tantissime insidie che bisogna superare per arrivare alla solida terra ferma.

Sempre secondo lo studio di CB Insight, esistono anche gli imprenditori sorridenti che raggiungono con le loro start up la solidità di un fatturato da 1 miliardo annuo.

Stiamo parlando dell’1% su circa 1100 aziende analizzate. Mentre un piccolo 48% riesce ad arrivare al secondo step di richiesta finanziamenti per la propria attività, la rimanenza è composta da quelle aziende che si sono fermate dopo aver preso il primo step di finanziamenti, fallendo l’impresa.

Quali sono le principali caratteristiche di fallimento di una start up?

Investimenti sbagliati, mancanza di una ricerca fondata, il marketing poco efficace, un team sbagliato…queste sono solo alcune delle cause che sempre lo studio individua nel fallimento di un’azienda neonata.

Nel dettaglio

Andando più nel dettaglio, possiamo individuare nelle cause del fallimento di una start up i seguenti fattori:

  • assenza di mercato
  • fondi esauriti
  • team sbagliato
  • imprese rivali
  • prezzo sbagliato/costi eccessivi
  • l’assenza di richiesta nel mercato di quel prodotto o servizio
  • il business model sbagliato
  • incapacità di mantenere i clienti
  • strategie di marketing inefficaci
  • perdita del focus
  • problemi legali
  • la mancanza di contatti e di costruzione di una rete
  • il burnout
  • l’incapacità di adattamento
  • una passione che esaurisce

Gli esempi di start up che hanno fallito e perché

Proprio sulla base di questi elementi, è possibile prendere qualche esempio di aziende che hanno miseramente fallito in brevissimo tempo e cercare di capire anche le motivazioni di questo risultato.  

GuGo

GuGo per esempio è stata una start up che ha fallito nella scelta dei soci. Jason Sherman in un articolo racconta l’idea di creare un social media che mettesse in relazione i brand con i propri utenti, una vera goduria per tutte quelle persone che fanno dell’e commerce il loro unico modo per fare acquisti.

Il fondatore racconta di quanto abbia dovuto lavorare a differenza del suo socio che invece aspettava la messa on line del sito per godere dei propri introiti.

Secret.ly

Lamentarsi e sfogarsi è un’esigenza di tutti e i fondatori di Secret.ly, la piattaforma anonima dove tutti potevano parlare nel più completo anonimato, avevano avuto una grande intuizione per fare qualche soldino importante, peccato però che secondo il fondatore David Byttow non è stata rispettata la visione aziendale e quello che poteva essere un grande progetto, è diventata un’arma a doppio taglio.

RateMySpeech

Sbagliare la direzione di un prodotto/servizio è il caso del fallimento di RateMySpeech, ovvero il posto dove gli utenti potevano creare il proprio discorso, o presentazione, e condividerlo con gli utenti per ricevere feedback e suggerimenti per migliorare.

Attila Szigeti ha incentrato il prodotto sui suoi bisogni personali, perdendo il focus e sbagliando sia nel generare un prodotto che non abbia una direzione nel mercato, sia nel rendere poco appetibile la piattaforma, ma soprattutto nel non individuare un target di riferimento.

Le start up che si sono consolidate sul mercato e il loro punto di forza

Se da un lato ci sono notevoli aziende che falliscono per i più disparati motivi, dall’altro ci sono delle realtà da prendere ad esempio e con le quali è possibile confrontarsi per avere un modello da seguire.

Molto spesso sono aziende presenti sul web, progetti on line che riescono a trovare il giusto modo di imporsi nel mercato e crescere esponenzialmente.

Quali sono?

Parliamo delle aziende che grazie all’avvento della tecnologia e di internet hanno saputo mettere in piedi dei veri e propri imperi.

Uno fra tutti è Andrew Mason, il fondatore di Groupon. Questa piattaforma che agli occhi dell’utente sembra solo vendere sconti di ogni settore e in ogni momento, in realtà vengono raccolti molti imprenditori piccoli e locali che attraverso Groupon riescono a vendere i propri servizi con prezzi anche vantaggiosi.

Un’altra realtà che ha sfruttato la potenzialità di internet per crescere e consolidarsi come azienda è senza dubbio Mailchimp, oggi il più grande portale di creazione e spedizione di mail massive e di newsletter.

Amazon, Ebay, Apple, Facebook e tutti i social media che sono emersi negli ultimi dieci anni non fanno altro che avvalorare la tesi delle start up che hanno avuto successo, tanto da fare ingresso anche all’interno del mondo del mercato azionario.

Il pianeta delle start up è un mondo precario che è facilmente paragonabile al mercato del lavoro.

Quando un lavoratore raggiunge il tempo indeterminato, non ha raggiunto la meta definitiva, ma ha raggiunto solo un gradino posizionato in alto nella scala della vita.

L’importante è imparare a mantenere un equilibrio tra più fronti e ricordare che è si importante superare sempre i propri limiti, ma è anche importante mantenere un corretto bilanciamento al fine di non dover chiudere i battenti.

Vuoi saperne di più? Contattaci