Rendere un’azienda, un progetto, nuovi processi produttivi o servizi sempre più sostenibili è la grande sfida di tutti quelli che vogliono entrare sul mercato nei prossimi decenni. Tentiamo quindi di fare chiarezza su come calcolare la sostenibilità di un progetto con indicatori chiari e semplici.
Abbiamo sempre sottolineato come la sostenibilità non si fermasse solo all’aspetto ambientale o alla carbon footprint che un prodotto o servizio genera lungo il suo processo creativo, ma anche su altri aspetti intangibili: gli impatti socio-economici. È la grande sfida dei project sustainability manager, figura che verrà sempre più richiesta in futuro, quella di coniugare queste due declinazioni di sostenibilità, ambientale e sociale, con un’altra, quella economico-finanziaria.
Come sviluppare un progetto sostenibile, le fasi iniziali
Il concetto di sostenibilità è ampio e un project sustainability manager deve tenere conto di decine e decine di variabili facendo combaciare gli interessi degli stakeholder, dei dipendenti o dei responsabili del progetto, delle istituzioni del territorio in cui il progetto avrà vita e dei cittadini locali. Un compito non proprio semplice.
Quali sono le prime valutazioni da fare nella fase embrionale di sviluppo di tali progetti?
Innanzitutto chiunque voglia creare un progetto o aprire un’attività deve conoscere le leggi e le norme del luogo in cui vorrà lavorare. Sapersi districare tra la burocrazia potrebbe essere un bel vantaggio per avviare qualsiasi lavoro, specie in Italia. Conoscere la fiscalità per determinati progetti, soprattutto quelli con parametri ESG può rendere già in partenza un progetto più sostenibile finanziariamente.
Una volta capiti i perimetri legali e finanziari sui quali il progetto può operare, il manager responsabile dovrà identificare delle caratteristiche che rendano il progetto appetibile agli stakeholder e alle istituzioni.
La fattibilità
La prima caratteristica, quello più ovvia, che un qualsiasi progetto, anche nella vita di tutti i giorni, è la fattibilità. Deve essere realistico, ottenibile grazie alle risorse che vengono messe a disposizione.
Una di queste caratteristiche è l’adattabilità. Un progetto si definisce resiliente non solo perché è in grado di massimizzare lo stoccaggio, la gestione e l’uso delle risorse energetiche, ma anche perché riesce a modificare la sua operatività in corso d’opera appena si intravedono cambiamenti economici, sociali o nuove opportunità di business. Un altro elemento che un progetto deve avere in dote è caratteristico delle nuove idee di business che abbiamo visto nascere in questi anni, le cosiddette startup, ovvero, la scalabilità.
La scalabilità
Un progetto scalabile è un progetto in grado di aumentare le sue dimensioni e la sua produzione per far fronte a repentine e grandi domande di mercato in modo da dispiegare tutto il suo potenziale. Un ulteriore elemento, tanto caro all’ambiente, è la manutenibilità.
Nel disegno deve esserci anche questa caratteristica per renderlo facilmente gestibile senza troppi dispendi di energia e materiali. Andranno fatte profonde valutazioni sull’uso dei materiali e sulla progettazione. Un progetto sostenibile non è tanto diverso dai progetti passati per quanto riguarda le risorse umane. Anche qui deve esistere una gerarchia con ruoli e responsabilità chiare per rendere trasparente e fluida la sua gestione.
L’unica cosa che differenzia un progetto davvero sostenibile rispetto ad altri però è la sua capacità di coinvolgere tutti gli elementi, dal primo della scala gerarchica all’ultimo, nel processo creativo e di gestione. Una volta implementate tutte queste qualità nel progetto, il PSM dovrà presentare una revisione dei conti dettagliata e veritiera per aumentare la credibilità del progetto agli occhi degli stakeholder e delle istituzioni politiche e, soprattutto, finanziarie per ottenere i capitali necessari per l’avvio.
Indicatori per calcolare la sostenibilità
Tenendo conto degli obiettivi che il progetto intende raggiungere, il PSM deve avere in mente chiaramente gli indicatori finanziari, economici, sociali e ambientali da soddisfare. Deve poter misurare quasi scientificamente anche elementi poco tangibili come l’impatto sulla comunità, in termini di posti di lavoro creati, come si è preservata o migliorata la gestione del territorio, della cultura, della salute e dell’istruzione locale.
Innanzitutto, bisogna segnalare quali parametri e indicatori si intendono usare per misurare gli impatti appena descritti.
Questo lavoro richiede una precisa acquisizione di dati relativi all’uso dei materiali usati, all’ottimizzazione dell’uso delle risorse energetiche (idriche, elettriche ecc.), alle emissioni di Co2. Questi dati possono essere raccolti anche grazie a collaborazioni o sinergie che il PSM può creare con agenzie governative locali responsabili di statistica, università del territorio o altre aziende che operano nel settore.
Per usare un linguaggio comune a tutte le istituzioni in materia di sostenibilità e della sua misurazione, sono stati ideati degli standard.
Global Reporting Initiative
Tra le misurazioni standard più famose ci sono i GRI, Global Reporting Initiative, creati dall’omonima organizzazione non-profit per fornire un set di elementi con cui valutare la sostenibilità, sia in macro che in micro, dei vari componenti che un progetto, un’iniziativa o un’azienda è composta. Qui ne abbiamo parlato più dettagliatamente.
Leadership in Energy and Environmental Design
La progettazione di edifici può ottenere delle certificazioni che ne attestano la sostenibilità attraverso i criteri LEED, Leadership in Energy and Environmental Design, ideati dall’U.S. Green Building Council. Certificazione usata in tutto il mondo e che l’Italia ha creato una propria versione grazie all’associazione Green Building Council Italia per promuovere l’edilizia sostenibile.
La nostra opinione sulla sostenibilità cambia di giorno in giorno e con l’avanzamento tecnologico o con le necessità che piano piano si vengono a scoprire per aumentare le chance di salvare la biodiversità, gli standard che ieri erano accettabili domani potrebbero non esserlo più.
Per questo, una volta che un progetto viene definito sostenibile e che rispetta tutti i parametri richiesti il suo monitoraggio sugli impatti che crea non può terminare.
Conclusioni
La raccolta dati dei player di mercato deve essere costante come lo scambio di informazioni con tutti coloro che operano nello stesso settore o territorio in modo da avere continui feedback e migliora determinate gestioni. Il PSM deve dare istruzioni su chi e come informare con trasparenza attraverso dei report quali sono gli elementi da migliorare e come si sono migliorati quelli precedentemente segnalati, quali saranno le azioni future da parte del management per ovviare, qualora ce ne fossero, ad alcune criticità. Come dicono gli anglosassoni, l’onestà è la miglior politica e rendere un progetto accessibile alle istituzioni e ai comuni cittadini garantirà molteplici vantaggi.
La semplicità delle rilevazioni e della lettura dei dati assieme all’interdipendenza tra le varie componenti, sociali, economiche e ambientali, devono essere tra le priorità di chi è a capo del progetto per far capire al mondo esterno come si sta agendo per cambiare le cose.