Economia circolare: l’Italia conferma la sua leadership in Europa

L’Italia si consolida come leader europeo nell’economia circolare, eccellendo nel riciclo, nell’efficienza e nell’innovazione, secondo il Rapporto Circular Economy Network e Enea.

L’impegno congiunto di istituzioni, enti locali e cittadini italiani nel riciclo dei rifiuti ha portato a risultati eccellenti, posizionando il Paese al secondo posto in Europa per economia circolare, dietro solo alla Francia. In particolare, l’Italia primeggia nel riciclo dei rifiuti, attestandosi come leader continentale.

Riciclo e produttività delle risorse: l’Italia eccelle

Un punto di forza del nostro Paese è la capacità di sfruttare al meglio le risorse materiali in un’ottica di economia circolare. La produttività delle risorse in Italia si traduce in 3,7 euro di PIL per chilo di materiale consumato, contro una media UE di 2,5 euro per chilo. Questo dato positivo è favorito anche dalla forte spinta verso la circolarità da parte delle piccole e medie imprese: il 65% delle PMI italiane dichiara di applicare principi di economia circolare, una percentuale più che raddoppiata rispetto al 2021.

Un’analisi approfondita: il Rapporto Circular Economy Network e Enea

Per la prima volta, il Rapporto Circular Economy Network e Enea ha confrontato le performance di economia circolare delle cinque principali economie UE (Italia, Francia, Germania, Spagna, Polonia) utilizzando gli indicatori della Commissione Europea. L’analisi ha preso in considerazione: produzione e consumo, gestione dei rifiuti, materie prime seconde, competitività e innovazione, sostenibilità ecologica e resilienza.

Un esempio virtuoso da esportare

L’Italia rappresenta un modello virtuoso nell’economia circolare, basato su riciclo, efficienza e innovazione, che dovrebbe essere preso a modello anche da altri Stati membri dell’UE. I risultati ottenuti sono dovuti principalmente all’efficienza nella gestione dei rifiuti.

Riciclo imballaggi e raccolta rifiuti urbani: numeri da record

Il riciclo degli imballaggi in Italia ha raggiunto il 71,7% (dato 2021), superando di otto punti la media UE ferma al 64%. La raccolta dei rifiuti urbani ha raggiunto quota 49,2%, anche in questo caso un dato superiore alla media europea del 48,6% (sebbene ancora distante dal 69,1% della Germania). Un altro settore in cui l’Italia eccelle è quello del riciclo dei Raee (Rifiuti di apparecchiature elettriche ed elettroniche) dove abbiamo raggiunto l’87,1%, quasi sei punti percentuali più della media degli altri Stati membri. Da segnalare anche una considerevole riduzione dei rifiuti pro capite, scesi da 504 kg per abitante nel 2018 a 494 kg per abitante nel 2022.

Investimenti e occupazione: l’economia circolare genera valore

Con riferimento agli investimenti in economia circolare, l’Italia ha investito 12,4 miliardi di euro, pari allo 0,7% del PIL, classificandosi al terzo posto alle spalle di Germania e Francia. La crescita dell’economia circolare ha avuto un impatto positivo anche in termini di occupazione: in Italia gli occupati correlati a tale settore nel 2021 erano 613 mila, il 2,4% del totale occupati e in aumento del 4% rispetto al 2017. Infine, il valore aggiunto generato dall’applicazione dei principi di economia circolare in Italia è stato pari a 43,6 miliardi di euro, a fronte di 299,5 miliardi per l’intera UE.

Sfide future e impegni per un futuro ancora più sostenibile

Se da un lato risultano indiscutibili i progressi raggiunti in materia di economia circolare, dall’altro è necessario un impegno crescente per affrontare le sfide future. Per questo saranno fondamentali alcuni elementi:

  • Investimenti in ricerca e innovazione: per sviluppare soluzioni ancora più efficienti e sostenibili;
  • Promozione di modelli di consumo sostenibile: per ridurre l’impatto ambientale delle nostre scelte quotidiane:
  • Riduzione della dipendenza dai materiali d’importazione: per rafforzare l’autonomia strategica del Paese e favorire un’economia.

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