Gestire le persone in modo sostenibile: diritto alla disconnessione e leadership gentile

La leadership gentile è il nuovo paradigma per gestire i dipendenti in maniera sostenibile e il diritto alla disconnessione uno dei mezzi a disposizione dei lavoratori per far sì che ciò avvenga.

Nelle agende sostenibili delle istituzioni, con l’Unione Europea a fare da faro, non ci sono solo obiettivi ambientali per fermare il riscaldamento globale ma ci sono dei punti dedicati all’eradicazione di disuguaglianze sociali come le discriminazioni di genere, di razza, religione o per l’orientamento sessuale. Tra i diritti da proteggere, ovviamente, ci sono i diritti dei lavoratori dipendenti.

Smartworking

In Italia, soprattutto per via della pandemia, abbiamo conosciuto una forma di impiego detta “agile” o meglio conosciuta come smartworking. La pandemia ha accelerato la diffusione di questo modo di lavorare per motivi sanitari, ma ormai è destinata a rimanere e a far parte della normalità.

Nel nostro paese siamo indietro nel dibattito su questo e stiamo cercando di regolamentare lo smartworking garantendo basilari diritti dei lavoratori anche guardando come si sono comportati altri paesi che hanno riconosciuto il lavoro agile anni prima.

Le sfumature poco chiare di un lavoro svolto da casa o da remoto sono molteplici rispetto ad un normale impiego in ufficio che stabilisce con chiarezza l’orario di lavoro.
Si parla di sostenibilità anche per la gestione delle risorse umane.

Già perché è vero che favorire il lavoro da casa fa bene anche all’ambiente, grazie alle meno auto usate per fare il tragitto casa-lavoro, e ai conti dell’azienda che esternalizza i costi di gestione degli uffici, acqua, luce o l’affitto, ma qui i legislatori di tutto il mondo stanno limando le norme che regolarizzano lo smartworking per delineare quei limiti che non possono essere superati, come la reperibilità h24, per evitare lo sfruttamento, stress o i casi limiti come i fenomeni di burnout.

Una casistica che rientra all’interno delle aziende che applicano il cosiddetto flexwashing.

Stop a mail e chiamate dopo l’orario di lavoro: il diritto alla disconnessione diventa internazionale

“Tanto sei a casa… già che sei al pc…” leitmotiv sentiti e risentiti dai datori durante l’esplosione dello smartworking che di fatto allungavano le ore lavorative, fino ad arrivare ad una reperibilità h24.

I legislatori, a fronte delle segnalazioni dei sindacati e dei lavoratori, hanno dovuto mettere mano alla normativa del 2017 su richiesta anche della Commissione Europea, che di fatto spronava gli Stati Membri ad aggiornarsi sulle nuove realtà lavorative. 

La tecnologia ha reso possibile parlare con tutti in qualunque momento a prezzi irrisori. Ora quegli stessi mezzi di comunicazione, prima usati nel tempo libero come svago, sono stati inseriti in un contesto di lavoro con il rischio di alienare il dipendente da tutto il resto: famiglia, amici, interessi extra-lavoro ecc.

In Italia, nel 2020, il Garante della Privacy ha riaperto il dibattito sulla precedente norma e con il decreto numero 20 del 2021 sono state posti dei confini tra la vita lavorativa e la vita privata del lavoratore senza che quest’ultimo subisca ritorsioni personali o retributive. Il diritto alla disconnessione è stato riconosciuto.

Il 7 Dicembre 2021 viene approvato il “Protocollo nazionale sul lavoro in modalità agile” che stabilisce fasce orarie in cui il lavoratore può disconnettersi, anche nei giorni di malattie, ferie e assenze giustificate il lavoratore ha diritto a staccare la spina da internet.

Il diritto alla disconnessione all’estero

Ma adesso sempre più paesi stanno regolando il diritto alla disconnessione: anche Spagna, Irlanda, Portogallo e Kenya sono corse ai ripari.
Il legislatore keniota Samson Kiprotich Cherargei infatti si è reso conto che il lavoro a distanza durante la pandemia si era gonfiato oltre il massimale di 52 ore settimanali in 6 giorni imposto dalla legge del paese per questo ha emanato un disegno di legge atto a stabilire dei limiti anche gli spazi digitali all’interno della vita lavorativa.

La Francia in questo è stata pioniera, attrezzandosi già nel 2017 a causa della diffusione degli smartphone e le varie app di messaggistica istantanea. E ora anche Spagna, Irlanda e Portogallo stanno seguendo l’esempio. La pandemia l’ha resa un’urgenza, così dice il ministro portoghese Ana Catarina Mendes.

Ogni paese ovviamente ha la sua definizione di diritto alla disconnessione e la sua legge. Ad esempio in Belgio è stato concesso ai lavoratori governativi, mentre le regole in Portogallo riguardano solo le aziende con più di un tot di dipendenti.

Punta invece a toccare le tasche del datore di lavoro la legge keniota, secondo la quale i lavoratori saranno pagati extra ogni volta che rispondono fuori dall’orario di lavoro e ovviamente protetti da qualsiasi tipo di punizione in caso non lo facessero.

In Canada a dicembre si è discusso del diritto alla disconnessione per professori e insegnanti.
Più lontani da questa idea gli Stati Uniti, dove invece il disegno di legge del Consiglio Comunale di New York per rendere illegale la richiesta di controllare le mail fuori dall’orario di lavoro è stato bocciato nel 2018.

Leadership Gentile: cosa significa

Durante la nostra lezione online gratuita con Guido Stratta abbiamo capito l’importanza di agire nel presente, di essere gentili e di prendersi cura delle persone e dell’ambiente per creare una realtà migliore, non solo all’interno del nostro business, ma anche fuori.

Il nuovo paradigma culturale che verrà attuato dai leader del futuro punterà infatti a valorizzare la fragilità e la diversità delle persone.
La chiave di tutto diventa quindi la gentilezza.

Un approccio costruttivo e non più distruttivo, come quello che vige nella maggioranza delle relazioni superiore-dipendente, che vuole sfruttare le diverse attitudini, non più solo professionali, ma anche comportamentali, di tutti gli elementi della squadra lavoro, allo scopo di rendere l’organizzazione interna non solo più efficace, ma anche più stimolante.

Tutto parte dall’attenzione verso il dipendente, soprattutto ora che i dipendenti con più competenze puntano sempre di più su un ambiente di lavoro rispetto ad un ambiente più remunerativo, perché il benessere fisico e psicologico sono al primo posto.

Essere attenti alle persone e prendersi cura di loro, riconoscendo la fragilità umana come un punto di partenza per costruire relazioni autentiche e durature, è essenziale quindi.

Anche questa, dopotutto, è biodiversità e come tale va tutelata e, perché no, valorizzata.

Un comportamento gentile attira a sua volta gentilezza nel contesto lavorativo e un dipendente che sente di poter instaurare un dialogo sincero, senza dover per forza apparire perfetto agli occhi del suo capo ogni volta, diventerà un dipendente più motivato.

La Sostenibilità è la chiave

La chiave poi rimane sempre quella di investire in pratiche sostenibili. Questo può richiedere un certo sforzo iniziale, ma il ritorno degli investimenti può essere significativo, sia in termini di benefici ambientali che economici.

Diventare veramente sostenibili significa poi trattare tutti i lavoratori con rispetto e dignità, indipendentemente. La gentilezza può creare una circolarità positiva di emozioni e reciproca soddisfazione, che si riflette anche nei prodotti e nei servizi offerti.

Questo, è il cambiamento culturale e comportamentale a cui bisogna mirare, che valorizzi la biodiversità, la diversità umana e la collaborazione per creare un futuro migliore per tutti.

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