Trasporto sostenibile: il futuro tra mobilità aziendale e strategie europee

Il trasporto sostenibile inizia a prendere piede, nonostante alcuni numeri ancora non molto incoraggianti, soprattutto in Italia. In che direzione stiamo andando? Il settore dei trasporti è senza dubbio uno dei fattori che più influisce sul riscaldamento climatico.

Alcuni numeri

Si calcola che contribuisca a circa il 16,2% sulle emissioni di CO2 globali: le auto inquinano emettono l’11,9% delle emissioni, gli aerei nonostante contribuiscano in minima parte sul totale con il loro 1,9%, ottengono comunque il primato come mezzo più inquinante per passeggero.

Le navi si piazzano poco sotto gli aerei con l’1,7%. Mentre i mezzi su rotaia ottengono la palma di trasporto meno inquinante: emettono solo l’0,4% delle emissioni globali, dati importanti in ottica trasporto sostenibile, che possono fornirci delle anticipazioni su quali settori verranno incentivati o promossi nel prossimo futuro.

Auto, treni, camion, aerei sono mezzi di trasporto che nel prossimo futuro verranno pesantemente regolati per il raggiungimento degli obiettivi prefissati dalle agende ambientaliste delle istituzioni globali.

Va anche ricordato che i mezzi su gomma non solo danneggiano l’ambiente e la salute delle persone scaricando particelle di particolato e biossido di azoto ma anche con l’inquinamento acustico, che verrebbe abbattuto quasi completamente con l’adozione di mezzi come la bicicletta, il monopattino o l’auto elettrica.

Trasporto sostenibile: la situazione in Italia

Il rapporto di Clean Cities Campaign ha analizzato la situazione dei trasporti comparando varie città europee, tra cui molte italiane.
Il risultato: le italiane risultano essere tutte nella parte bassa della classifica. Come mai?

Un altro report di MobilitAria punta il dito contro la mancanza di costanza: “Gli interventi per trasformare la mobilità sono stati finora raramente sistematici: molti progetti pilota, molti slanci ai quali non ha fatto seguito un’attenta pianificazione” e rincara la dose casi concreti, come quello della ZTL di Torino tenuta attiva persino durante il lockdown.

Insomma, siamo lontani ancora dai livelli di Parigi, Lisbona e Barcellona, che risultano le città più virtuose unendo vari report.

Primati in negativo

Basti pensare che la nostra capitale, Roma, risulta tra le 10 città con minore accesso ad una rete di trasporto pubblico, con 3,3 stazioni e fermate per chilometro quadrato.
A Napoli va invece un altro primato, sempre in negativo: città con il trasporto pubblico più costoso d’Europa, soprattutto in proporzione agli stipendi locali.

E in un continente in cui le piste ciclabili sono in continuo aumento noi stona ancora di più avere 3 grandi città con poco spazio dedicato ai pedoni e alle bici. Parliamo sempre di Roma e Napoli, alle quali però stavolta si aggiunge Torino.

A Roma meno del 3% della viabilità è dedicata alle biciclette, potrà cambiare qualcosa la Super Zona Verde? Lo vedremo.
Sicuramente diminuirà i morti per strada, altro campo in cui la capitale primeggia con 50 morti all’anno dovuti ad una guida sbagliata.

Questi dati rappresentano anche uno dei motivi per cui i limiti di velocità iniziano ad abbassarsi all’interno delle città.

Al nord Italia, in particolare a Milano e Torino, va invece il “premio” per l’aria più inquinata.

Qui un’ulteriore analisi della situazione in Italia.

Trasporto sostenibile: come possono migliorare le aziende

Se per il comune cittadino un’alternativa all’auto può diventare la bicicletta, per il settore della distribuzione, che fa affidamento su mezzi pesanti su gomma, non può certo valere lo stesso discorso.

Come possono le aziende diventare sostenibili non solo in fase di produzione della merce ma anche nella fase successiva, quella della distribuzione?

Un’intera flotta di camion elettrici o alimentati da combustibili più sostenibili rispetto alla benzina potrebbe risultare una spesa ingente ma che dovrà essere considerato come un investimento a lungo termine. Purtroppo ancora non sono disponibili in maniera capillare distributori per il gas naturale ma nel futuro potremmo vedere sempre più mezzi alimentati con questa risorsa.

Altre soluzioni

Un’altra soluzione potrebbe essere quella di riempire di più i camion evitando ulteriori viaggi o affidarsi di più al trasporto su rotaia. Un altro strumento che sta andando in voga in Italia è quello delle borse di carico. La borsa di carica è un sistema di prenotazione di veicoli di trasporto online. Molto utile per evitare viaggi di ritorno e le spese connesse al mantenimento di veicoli propri.

Secondo Greenrouter, un’azienda italiana di borse di carico, stima che il risparmio dei costi per le PMI che si affidano a questo servizio potrebbe incidere per il 15% del fatturato. Si eviterà inoltre di creare traffico e questo migliorerà la rete distribuzione generale.

Accorgimenti come quelli elencati possono procurarvi certificazioni “green” e migliorare la reputazione della vostra azienda tra i consumatori, i quali ormai vogliono fare la loro parte nella lotta al cambiamento climatico e affidarsi ad attività sostenibili a 360°.

Per rendere competitiva la vostra azienda migliorando il comparto trasporti, offriamo un corso specifico: “I Percorsi della transizione energetica nei trasporti”.

Trasporto sostenibile: il nuovo piano di dell’UE

Le Commissioni europee non solo si stanno muovendo per promuovere e legiferare un cambio radicale dei mezzi di produzione sul continente europeo, ma stanno lavorando anche per modificare il concetto di movimento dei cittadini UE.

Un anticipo lo abbiamo avuto in Italia con il Bonus Mobilità del 2021.
Ora con un piano suddiviso in 18 punti, l’Unione Europea ha pronta la Cycling strategy.

Cycling strategy

Un testo ambizioso che punta a raddoppiare i chilometri delle piste ciclabili entro il 2030.
Agli Stati Membri verrà chiesto di deviare alcune delle loro risorse per far decollare il piano e promuovere la ciclabilità come un mezzo di trasporto al pari dell’auto o del motorino.

Si punterà a costruire vere e proprie autostrade per le biciclette o monopattini, creare aree di parcheggio apposite e adibire alcuni spazi nei mezzi di trasporto pubblici al parcheggio della bicicletta così da creare una sinergia con lo scopo di rendere meno faticosa il passaggio dall’auto alla bicicletta.

Oltre a promuoverne l’uso, la UE vorrebbe aumentare la produzione delle biciclette all’interno della comunità europea incentivando il reshoring, ovvero il fenomeno contrario alla delocalizzazione, e far tornare qui le aziende che hanno spostato la loro produzione in altri continenti.

Secondo rumors, ci saranno azioni concrete in questo senso con lo scopo di creare posti di lavoro, veri e propri poli ciclistici e proteggere la filiera produttiva e la sua competitività anche attraverso la sollecitazione ad abbassare l’IVA dal 23 al 6% non solo per l’acquisto ma anche per il noleggio e la riparazione.

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