Pier Paolo Baldi e la creazione di valore sostenibile

La creazione di valore per le PMI è un passaggio obbligato nella transizione verso la sostenibilità, ce ne parla l’esperto Pier Paolo Baldi.

Obiettivo Sostenibilità

Negli ultimi anni, ma soprattutto dalla pandemia, il percorso delle aziende ha intrapreso una direzione ben precisa che viaggia verso degli obiettivi specifici con uno scopo comune a tutte: la sostenibilità.

Oggigiorno per un’azienda è molto importante essere sostenibile, è fondamentale sia per il conseguimento degli obiettivi interni, che per il raggiungimento dei risultati richiesti dall’Agenda 2030, ma in primo luogo è indispensabile per il consolidamento dei propri clienti.

Risponde l’esperto

Come fa un’azienda ad essere sostenibile?
Qual è il valore aggiunto di una piccola o media impresa utile al percorso di transizione aziendale verso la sostenibilità?

A queste domande dà una risposta Pier Paolo Baldi, Dottore Commercialista e Revisore Legale, specializzato nelle tematiche di amministrazione e controllo di gestione e di sostenibilità. 

Tra i tanti relatori che sono intervenuti al convegno nazionale ad Udine sul ruolo del commercialista nell’evoluzione del paradigma della sostenibilità e del Corporate Reporting, ha preso parola proprio il componente ESG del Consiglio Nazionale Commercialisti.

Al termine del convegno, Baldi ha parlato di quanto sia importante la creazione di valore sostenibile, lasciando anche qualche linea guida della transizione sostenibile alle aziende PMI.

Valore sostenibile

Dottor Baldi, quando parliamo di valore sostenibile di che cosa stiamo parlando in realtà?

Parliamo di un nuovo approccio a quello che è un business model aziendale.
Parliamo di cogliere le opportunità che derivano non solo dall’affrontare tematiche di natura finanziaria ma anche quelle di natura non finanziaria, come quelle ambientali che possono rappresentare all’inizio un costo per mitigare gli effetti, per esempio le bollette energetiche, ma poi attraverso investimenti si possono trasformare in una risorsa futura per l’azienda.

Valore sostenibile e PMI

Perché oggi sentiamo parlare così tanto del valore della sostenibilità all’interno delle PMI?
La sostenibilità all’interno delle piccole e medie imprese è un argomento che sta entrando sempre di più nel lessico delle PMI.

Il motivo è dettato dal fatto che le Grandi Imprese sono obbligate dalla normativa ad affrontare questi aspetti e sono chiamate a coinvolgere la loro catena di fornitura, i loro collaboratori e fornitori che sono rappresentati dalla piccola e media impresa e che quindi sono la struttura portante del nostro sistema produttivo.

Cosa deve fare una PMI?

In questo periodo stiamo vivendo una transizione per uscire dalla pandemia, cosa deve fare una PMI per generare valore sostenibile?

Deve analizzare il suo business model, nello specifico cosa fa e come processa i suoi fattori produttivi.
Se fino al recentissimo passato venivano analizzati gli aspetti di natura economico finanziaria e il costo di un eventuale investimento, ora dobbiamo cogliere quelle che sono le opportunità che dà l’attenzione alle tematiche di sostenibilità.

Ciò vuol dire fare investimenti che permettono all’azienda di cogliere aspetti positivi in termini di reputazione, efficienza e competitività nei confronti anche dei competitor e acquisire un valore aggiunto per diventare competitivi sul mercato.

Modelli da seguire

Esiste oggi un’azienda che incarna questa transizione? Qualcuno ci sta riuscendo?
Ci stanno riuscendo tante aziende. Basti pensare al mondo del digitale.

L’investimento nelle infrastrutture digitali, fino a qualche tempo fa, era visto come un costo e le aziende erano indecise se farle o meno.
È passato qualche anno ma ci rendiamo conto ora che chi lo ha fatto prima degli altri ha acquisito quel vantaggio competitivo del quale parlavamo perché ha investito sul cambiamento digitale e, quello che inizialmente si era palesato come un costo, si è trasformato oggi in una risorsa.

In particolar modo per chi lo ha fatto prima degli altri.
(È già disponibile il corso di Creazione di Valore Sostenibile per le PMI tenuto dal Dottor Baldi e dalla Dottoressa Coppola!)

E lo smart working?

Con il Professor Pesenti abbiamo parlato dello smart working, secondo lei è una pratica che porta un valore aggiunto per la sostenibilità dell’azienda oppure può rivelarsi controproducente?

Sicuramente bisogna contemplare bene le esigenze dell’azienda e del lavoratore.
Altrettanto certamente c’è la necessità di avvicinare queste esigenze. Dobbiamo comprendere che il lavoratore possa non preferire altra tipologia di lavoro smart.

Le aziende spesso si sono rese conto, in questa circostanza di pandemia che le ha obbligate a ricorrere allo smart working, che può essere un valore aggiunto anche per loro stesse perché c’è un miglioramento della produttività.

Questo accade perché le risorse che collaborano con l’azienda hanno la possibilità di lavorare a distanza su tematiche e con strumenti nuovi che avvicinano le esigenze di entrambi.
È proprio su questi aspetti che bisogna fare un’attenta riflessione su quelle che sono le tematiche sociali proprie degli aspetti più generali delle ESG, (il suo acronimo evidenzia Environmental, Social e Governance), per gli aspetti sociali ci vuole un approfondimento della riflessione che possa permettere di avvicinare le differenti esigenze.

Se gestita bene dalle aziende può rappresentare un valore aggiunto sia per le aziende che per le sue risorse e i suoi dipendenti.

Il contributo del CEO di Sostenbitaly

Lei ha parlato della cultura delle ESG, una delle tematiche che Francesco Santioli ha portato al congresso di Udine. Qual è stato il contributo del CEO di Sostenbitaly?

Il Dottor Santioli ha rappresentato la necessità per le PMI di approcciare a queste tematiche e lo ha fatto in un contesto che parla di finanza sostenibile, perché anche questo frangente delinea una di quelle opportunità che le PMI possono cogliere se approcciano in modo corretto le tematiche di ESG.

Questi concetti vanno affrontati in un’ottica di riorganizzazione aziendale e in maniera più seria, in tal modo si possono andare a cogliere quelle opportunità che vanno a comprendere il finanziamento sostenibile al punto degli investimenti che sono necessari per perseguire gli obiettivi ESG e del rinnovamento delle aziende, che su queste tematiche è necessario che vede l’Italia in prima linea grazie a un tessuto imprenditoriale che in se spesso già fa delle attività sostenibili ma non sa di farle, le fa inconsapevolmente.

Su Sostenabitaly

Lei è stato uno dei docenti dell’Accademy di Sostenabitaly per le PMI, in merito proprio alla creazione di valore aziendale per la sostenibilità. Perché Sostenabitaly e chi fa formazione attraverso quest’azienda è un buon driver per le PMI?

È un buon driver perché le tematiche della sostenibilità sono sempre più frequenti oggi.
Pochissimi anni fa non erano prese così in considerazione e non erano richieste.

Chi si è formato da meno di cinque anni sulla sostenibilità le ha affrontate e conosce gli obiettivi e le strategie per raggiungerli.
Parliamo di tematiche più recenti che fanno parte delle normative europee e che si stanno diffondendo in Europa e quindi in Italia.

Serve quindi la formazione per queste tematiche, per andare a formare e a capire soprattutto quali sono i vantaggi che si possono ottenere grazie ad esse.

Cosa fa Sostenabitaly

Quello che fa Sostenabitaly è questo: si rivolge alle PMI che possono far tanto sia nel loro business e sia nel supportare i loro clienti, che spesso sono aziende più grandi e quindi sono medie e grandi imprese che devono perseguire i loro obiettivi.

C’è il bisogno di approfondire queste tematiche per non rilegarle alle medie compliance di carattere ambientale o sociale.
Ci sono tematiche più articolate dietro che se ben conosciute possono essere un motore di sviluppo per tante piccole e medie imprese.

Presente e futuro

Tornando a parlare del congresso, cosa è emerso da questa due giorni? Dove siamo e dove stiamo andando?

È emersa l’importanza del ruolo che può avere il commercialista nell’evoluzione e nel cambiamento.
Sempre più di frequente chi opera a livello finanziario intorno alle aziende, mi riferisco alle banche e ai finanziatori, pone l’attenzione su tematiche che vanno oltre i numeri finanziari del bilancio e si concentrano su questi concetti.

Diventa necessario per le aziende comunicarlo e rappresentarlo tempestivamente e correttamente.
Lo possono fare attraverso i bilanci di sostenibilità e una reportistica specifica.

Farlo correttamente vuol dire agevolare le banche, istituti di credito e finanziatori a sovvenzionare i progetti di sviluppo e gli investimenti che le imprese hanno e che oramai non sono più guardati con un aspetto puramente finanziario di garanzia del ritorno dell’investimento, ma sono guardati alla tipologia che risponde alle normative che pongono attenzione agli aspetti ESG.

Devono essere correttamente analizzate e rappresentate attraverso i business plan sostenibili che guardano a queste tematiche.

Transizione sostenibile e obiettivi finali

Generare quindi un valore delle PMI e guidare una transizione verso il sostenibile vuol dire che lavoriamo ma che c’è molto da fare per raggiungere gli obiettivi finali.
Devono essere raggiunti gli obiettivi finali da parte di tutti, istituzioni aziende e da parte anche della società.

Tante aziende lo stanno facendo, possiamo dire che chi non lo fa rischia di rimanere indietro semplicemente perché chi lo sta facendo va più veloce e avanti.

Bisogna muoversi in questa direzione per seguire gli altri o essere un fast mover su alcuni aspetti e lasciare magari gli altri indietro nell’approcciare le tematiche.

La velocità quindi è un fattore positivamente determinante?

Queste tematiche stanno andando più velocemente di come ci si aspettasse.
In questo modo, bisogna attrezzarsi prima per evitare di corrergli dietro e rimanere in affanno.

C’è tempo, chi decide di farlo oggi è ancora in tempo, ma deve decidere di farlo perché le normative e il contesto si muove in quelle direzioni. 

Un importante investitore mondiale sosteneva che investire in queste tematiche deve essere una priorità per le aziende, non solo perché si è ecologisti, non solo perché si è attenti a queste tematiche, ma proprio perché si fa impresa e in questo modo si pone l’attenzione sui tre pilastri:

  • l’attenzione agli aspetti sociali
  • l’attenzione agli aspetti ambientali
  • ma soprattutto l’attenzione al profitto.

Per perseguire il profitto bisogna far andare insieme tutte queste tematiche.

Il ricambio generazionale

Siamo in una fase in cui c’è bisogno con urgenza di un ricambio generazionale.
Secondo lei è un ottimo apporto dal punto di vista aziendale oppure rischia di rallentare il processo di transizione al sostenibile?

Sicuramente può essere un’opportunità.

Ciò che abbiamo appena detto di affrontare le tematiche per la necessità di rendere l’azienda sostenibile  come entità giuridica deriva dal fatto che gli stakeholder con un’ampia visione, come i consumatori, sono molto attenti alle tematiche e pretendono che le aziende pongano l’attenzione a tematiche di natura sociale e ambientale e sono disposte a pagare in più per acquistare un prodotto figlio di una filiera attenta agli aspetti ESG, ma soprattutto vogliono andare a lavorare in aziende attente a queste tematiche.

Chi non presta attenzione rischia di non prendere persone qualificate e rischia di rimanere indietro, prendendo risorse meno attente e che portano meno innovazione.

Ciò comporta un rallentamento e il non rimanere al passo con gli altri.
Assumere giovani attenti è importante, non lo dico io ma i risultati di ricerche che danno numeri che sono ben oltre il 90% di attenzione a queste tematiche nella ricerca del lavoro da parte di giovani, millennials o generazione zeta.

Informatevi!

C’è qualcosa che vuole aggiungere?
Seguite con attenzione queste tematiche e non pensate che siano di nicchia, o che interessino le piccole aziende o le PMI, perché invece impattano direttamente tutti.

Approfondite la tematica e valutate se svilupparla attraverso un supporto che può essere fornito sia nell’ambito della consulenza d’impresa, come i commercialisti, che in un’attività di formazione per le proprie risorse o anche per il managment aziendale.

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