IA sostenibile: alleata o nemica?

Dai filtri con le orecchie e il naso da cane, l’IA ha fatto passi da gigante riuscendo a creare repliche di audio e video di cose reali ancora distinguibili dagli originali ma piuttosto fedeli. Però arriverà il tempo in cui dovremo fare i conti su come rendere l’IA sostenibile.

Saranno tematiche di dibattito in un futuro prossimo ma nel presente l’IA sta creando danni tangibili risultando, a volte, più una minaccia che uno strumento utile da affiancare all’uomo. Le conseguenze potrebbero ricadere sulle comunità che facevano affidamento sull’economia creata da questi colossi, esacerbando il fenomeno delle comunità digitali a discapito di quelle “umane”.

Una nuova rivoluzione industriale

Quella digitale e del machine learning sarà la prossima rivoluzione industriale con un impatto simile a quello che ebbe la macchina a vapore nel 1700. I primi obiettivi di tale tecnologia sono migliorare la produttività, l’allocazione di risorse e la gestione e l’accumulo di Big Data.

Quella della produttività è una tematica a cui le imprese tengono molto, Big Tech sembra stia premendo sull’acceleratore per sfruttare i vari programmi come OpenAI (ChatGPT) di Microsoft o Bard di Google per risparmiare sul costo del lavoro.

Big Tech licenzia

Quando avvengono rivoluzioni nell’ambito dei progressi tecnologici, lo spettro di paura da parte delle classi lavoratrici aleggia sempre. Fino ad ora, ad ogni innovazione sono stati tagliati posti di lavoro ma al tempo stesso sono state ricercate nuove figure con l’aumento della specializzazione e dei benefici economici e sociali. Un trade-off che ha sempre funzionato ma questa volta sembra diverso.

Le più grandi aziende americane hanno dato il via ai licenziamenti in favore di una maggiore digitalizzazione investendo decine di milioni di dollari nelle loro intelligenze artificiali come hanno fatto Google e Microsoft. Proprie queste due aziende si sono rese protagoniste nella recente campagna di licenziamenti denominata, appunto “The Big Layoffs” dai media.

Google

Google, infatti, attraverso una mail al personale, ha annunciato 12 mila licenziamenti (il 6% della loro forza lavoro), giustificandosi per aver intrapreso “una revisione rigorosa delle aree di prodotto e delle funzioni per garantire che il nostro personale e i nostri ruoli siano allineati con le nostre priorità più importanti come azienda”.

Questo tipo di approcci tradiscono la nostra definizione di sostenibilità integrale e crediamo davvero che il rapporto con i lavoratori vada curato e coltivato attraverso una gestione a 360°. Vi invitiamo a dare un’occhiata al nostro corso su questo argomento.

Microsoft

Microsoft stacca l’azienda di Larry Page di oltre 6 mila unità portando a 18 mila i licenziamenti totali. Dopo l’acquisizione della sezione mobile di Nokia, Microsoft ha deciso di licenziare tutti quei ruoli “doppioni” del ramo tra le due aziende.

Amazon e Meta

Amazon e Meta sono altre due aziende che hanno compiuto sostanziosi downsize licenziando rispettivamente 18 e 11 mila lavoratori. Cambi di trend repentini rispetto a quello cui aveva abituato il settore con una continua ricerca di figure per mantenere i numeri in crescita.

Amazon ha già implementato intelligenza artificiale e robotica con il suo Scout, un robot che consegna bibite a domicilio sostituendo 400 lavoratori.

Il giornalismo

Se l’intelligenza artificiale sembra non risparmiare figure altamente qualificate come gli ingegneri di Google o Microsoft, lo stesso non può che accadere ai giornalisti sempre del settore tech. Già, perché la nota rivista CNET, secondo fonti interne, ha licenziato il 10% dell’organico sostituendolo con l’intelligenza artificiale con il conseguente abbassamento della qualità degli articoli dove si riscontravano anche diversi errori tecnici sulle caratteristiche dei prodotti recensiti.

Non solo, alcuni datori di lavoro hanno assunto i dipendenti usando l’intelligenza artificiale come recruiter, ma si è notato che l’IA assume scartando alcuni candidati basandosi stereotipi di genere, età, religiosi e razziali. Su queste pagine abbiamo sempre sostenuto come la sostenibilità debba abbracciare anche temi come l’inclusione e la lotta alle discriminazioni e l’IA sembra tradire questi principi.

Ovviamente sarà solo questione di tempo prima che queste intelligenze affinino i loro difetti per replicare, se non addirittura per superare, le capacità di scrittura dell’uomo. Questo conflitto sezionale tra uomo e macchina plasmerà il futuro lavorativo degli anni a venire.

Il governo italiano guidato da Giorgia Meloni ha recentemente bandito in Italia ChatGPT, per poi essere riattivato a seguito di alcune correzioni in materia di dati e privacy. I rischi perciò non riguardano solo l’ambito lavorativo ma anche quello della manipolazione e gestione dei dati personali.

Intelligenza artificiale sostenibile: è davvero possibile

Dopo tutto quello che abbiamo scritto è impossibile non pensare all’intelligenza artificiale come qualcosa di malvagio, una sorta di HAL 9000 che vuole soggiogare l’umanità dopo aver consumato libri distopici e biografie di dittatori.

In verità, se l’intelligenza artificiale viene regolata attraverso disposizione di legge, può tornare utile alla lotta contro il cambiamento climatico.

Uno strumento del genere può essere indubbiamente usato per ottimizzare l’uso delle risorse.

Auto elettriche

Pensiamo alle auto elettriche come le Tesla, le quali fanno affidamento all’IA. In un futuro con solo auto elettriche guidate dall’IA, avremo una gestione del traffico più sostenibile (nessuna frenata brusca o accelerazioni repentine) e scorrevole nel caso in cui tutte le macchine comunicassero tra di loro. Gli incidenti dovrebbero drasticamente calare con l’assenza di errori umani.

Sprechi alimentari

Se pensiamo alla parola sprechi, la prima cosa che ci viene in mente è il settore alimentare. In particolare ci riferiamo a quello agricolo. L’IA attraverso le sue analisi può ottimizzare l’uso di colture e indentificare le piantagioni malate e comunicare in maniera tempestiva le criticità da risolvere all’agricoltore in modo da salvare il raccolto senza aver buttato tempo, denaro, semi, acqua ecc.

Smart Grid

Un ulteriore uso dell’intelligenza artificiale in chiave ecologica è quello applicato dalle Smart Grid. Per chi non lo sapesse sono reti elettriche che gestiscono in modo ottimale la distribuzione dell’elettricità nelle città, aumentando o diminuendo la richiesta di energia a seconda delle necessità della città. Le Smart Grid sono sistemi centralizzati in cui tutte le reti elettriche della città comunicano tra di loro.

In questo modo può capitare che un generatore può prestare parte del suo voltaggio ad un altro generatore nel periodo necessario alla manutenzione. L’IA verrà chiaramente coinvolta in questi processi decisionali in modo da ridurre gli sprechi di energia mantenendo il servizio elettrico costante nel tempo evitando inefficienze.

Inquinamento e Meteo

Questo tipo di monitoraggio sarà implementato nei vari sensori che misurano l’inquinamento dell’aria: l’IA sostenibile avvertirà immediatamente quando l’aria sta subendo delle alterazioni nocive identificando le sostanze inquinanti e le cause, guidando gli addetti al ripristino delle condizioni precedenti.

L’IA inoltre sta cominciando a predire il meteo più precisamente e questo può essere un ulteriore fattore nella gestione ottimale delle risorse e di supply/demand di energia, dando un contributo anche sul lato economico.

Conclusioni

L’IA sostenibile non sembra poi alla fine una pia illusione, ma occorre mettersi d’impegno per cercare una quadra che possa dare benefici all’uomo non soltanto come abitante della Terra, ma anche come lavoratore, cercando di guidare il cambiamento del mercato del lavoro attraverso formazione e divulgazione sugli scenari futuri senza dover assistere a picchi di disoccupazione shock.

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