Auto elettriche: sostenibili o no? Il punto

Le sfide globali per fermare il riscaldamento climatico plasmeranno il nostro modo di vivere.
Le vecchie abitudini verranno soppiantate da altre più sostenibili.

Tra queste verrà rivisto il nostro modo di vedere la mobilità.

L’elettrico è tra noi

Il trasporto su gomma sta cambiando i connotati da diverso tempo e le auto elettriche hanno visto aumentare la loro presenza sulle nostre strade.
Le auto elettriche sono una realtà che si sta consolidando sempre più all’interno della mobilità urbana, anche grazie a incentivi e leggi che ne promuovono la diffusione.

Del cambiamento che avverrà nella pianificazione urbana per assecondare la mobilità sostenibile ne parliamo con Nicolò Berghinz, responsabile di ALIS Academy, in un webinar gratuito che si terrà il 20 giugno.

Cerchiamo di fare un punto sui vantaggi e svantaggi del ciclo vitale di questi veicoli:

  • In poche parole, sono davvero sostenibili?
  • Conviene cambiare la propria auto seppur non abbia tanti chilometri per passare all’elettrico?

Cercheremo di rispondere qui a queste domande.

Auto elettriche: perché sono acquistate, caratteristiche e criticità


Non è una sorpresa osservare il trend che vede le auto elettriche sempre più richieste dal mercato.
Direttive, disposizioni di legge, bonus e incentivi hanno spinto il guidatore medio a ponderare un acquisto diverso rispetto alla solita auto a combustibile.

Secondo la compagnia assicurativa AA, il 62% di chi acquista un auto elettrica lo fa per ragioni ambientali cercando di dare il proprio contributo alla salvezza del pianeta.

La percentuale sale addirittura al 70% tra i giovani acquirenti di 18-24 anni.
Un ulteriore motivo è ovviamente di tipo economico: l’aumento del carburante sta mettendo gli acquirenti nella posizione di ragionare anche in termini di costi tra la ricarica elettrica alla colonnina e il carburante.

Tra le ultime posizione in classifica delle regioni per le quali comprare un’auto elettrica c’è il silenzio.
Oltre a cercare di combattere l’inquinamento dell’aria, un’elettrica è un ottimo modo per abbattere anche quello acustico, specie nei centri urbani.

A questo link potete trovare un’analisi dettagliata della situazione in Italia, mentre per chi vuole approfondire ulteriormente la tematica della trasformazione sostenibile della mobilità urbana c’è il nostro corso in piattaforma che offre una panoramica completa sulla transizione energetica dei trasporti.

Le problematiche

Il primo problema che si riscontra è indubbiamente il loro prezzo.
Ben più alti rispetto ad un’auto a carburante tradizionale.

Questo è un grande freno per la loro diffusione capillare.
Non possiamo certo dire che l’auto elettrica sia, ad oggi, per molti, sostenibile economicamente.

Vero è che molti governi hanno creato incentivi per facilitarne l’acquisto per le fasce deboli ma in un periodo di recessione, specie a causa della crisi sanitaria, resta ancora un acquisto proibitivo per tanti.

I decreti che impongono divieti di accesso per entrare in determinate aree della città ha fatto aumentare ulteriormente i prezzi, specie nel mercato dell’usato.

La mancanza di infrastrutture, stazioni e colonnine dove ricaricare la propria auto è un problema che il guidatore medio valuta nei pro e nei contro.

Queste auto sono tendenzialmente equipaggiate con software all’avanguardia.
Questo è un vantaggio nel monitoraggio dei guasti e nel miglioramento del nostro stile di guida sempre con l’obiettivo di contrastare il cambiamento climatico, ma virus, malfunzionamenti e bug sono dietro l’angolo e possono compromettere il completo funzionamento del veicolo.

Sono davvero sostenibili?

Mettiamo subito le mani avanti: rispondere a questa domanda è davvero difficile.

Gli esperti sono in disaccordo su come deve essere misurato l’impatto delle auto elettriche, specie se per acquistarla bisogna ordinarla e quindi costruirla da zero e su quale sia il momento giusto per sostituire la nostra vecchia macchina, anche se funzionante.

La batteria

La maggior parte dell’impronta ambientale lasciata da un’auto elettrica deriva dalla costruzione della sua batteria.
Materiali come litio, cobalto e manganese sono sempre più difficili da reperire e l’industria delle auto è costantemente sotto pressione nel procurarsi questi elementi nel minor tempo possibile, nella più efficiente maniera possibile in termini di costi e soprattutto e impiegarli nel modo più sostenibile.

Per smaltire una batteria elettrica c’è bisogno di strutture, know-how e prodotti adatti.

Lo smaltimento

Purtroppo, come nella produzione, lo smaltimento è ancora poco sostenibile.
Durante il processo di smaltimento, la batteria viene scaldata per sciogliere il litio, il quale non è più recuperabile.

Il lato positivo è che gli altri materiali: nichel, alluminio, rame e cobalto vengono recuperati e sono quelli più dispendiosi per quanto riguarda l’estrazione.

Si stanno sviluppando processi idrometallurgici che porteranno la percentuale di materiali recuperabili fino al 90%.
Uno dei problemi rimane la mancanza di stabilimenti adatti nel territorio europeo, l’aspetto economico pesa in questa specifica attività e va trovata una soluzione.

La richiesta sempre più crescente di auto elettriche porterà sicuramente ad una più intensiva domanda di strutture del genere e siamo fiduciosi che nel breve termine ne apriranno diverse.

Si stanno facendo passi avanti anche nel riciclo delle batterie agli ioni di litio: la Cornell University sta studiando un modo per riusarle per immagazzinare l’energia rinnovabile fornita dal sole e dal vento.
Questo potrebbe ridurre del 17%, secondo i loro dati, la loro impronta ambientale.

Visioni contrastanti degli esperti

Alcuni esperti sostengono che rimpiazzare la vecchia auto convenga a prescindere, anche se l’auto ha 1-2 anni perché tanto le emissioni si pareggiano dopo circa 2-3 anni.
Alcuni non la pensano così e dicono che la vita media attuale di un’auto, 12-13 anni, è ancora quella da seguire e se tutti richiedono subito una nuova auto elettrica il pianeta ne soffrirebbe.

Le emissioni di Co2 si abbasserebbero sicuramente ma le case dovrebbero produrre auto ex novo e ritorniamo al discorso dell’estrazioni di minerali specifici.

L’etica

C’è anche l’aspetto etico da considerare: l’estrazione di cobalto, per esempio, è sempre stata sotto la lente delle associazioni per i diritti umani per la tossicità, orari di lavoro e per gli sforzi richiesti dai lavoratori resi praticamente schiavi con paghe da fame.

La sostenibilità d’altronde deve sempre essere integrale.

L’energia elettrica

Va anche detto che l’elettricità cambia e non è sempre la stessa cosa.

Cosa intendiamo?

Il modo in cui è prodotta.
Si calcola che circa il 20% dell’energia elettrica è generata dalle centrali a carbone.

Centrali che sono state recentemente riaperte in Italia per far fronte all’alta richiesta.
Ovviamente, per quanto conveniente economicamente, non possiamo considerarla pulita.

La costruzione di pale eoliche, l’installazione di panelli solari o la combustione di biomasse sono imprescindibili se vogliamo rendere davvero green e credibile la valutazione del ciclo vitale di un’auto elettrica.

Purtroppo non possiamo ancora affermare con certezza se l’auto di nuova generazione sia la soluzione giusta a prescindere, perché i modelli di valutazione cambiano di paese in paese: diverse sono le strade, le condizioni ambientali, gli spazi, lo stile di guida, ecc.

Si stanno facendo passi avanti per aumentare la loro autonomia, immagazzinazione dell’energia, ecc. e le soluzioni che questo settore offrirà faranno sicuramente pendere l’ago della bilancia in maniera netta sull’elettrica anche per i ceti più bassi.

Una linea guida generale è la seguente: se il costo non è un problema e la vostra auto è in strada da più di 10 anni potete sicuramente valutare l’acquisto di un’elettrica facendo del bene al pianeta.

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