Il “sustainable marriage” un nuovo modo per dire si!

Che cosa vuol dire organizzare un matrimonio sostenibile? A raccontarlo è  Martina di Palma, la wedding planner che organizza “sustainable marriage”.
È vero: è novembre, il tempo è uggioso, le giornate corte, ma le spose non si lasciano abbattere.

Il tema “matrimonio”

Chi ha vissuto nei mesi scorsi un momento magico, come una proposta di matrimonio (previsto per la primavera/estate 2023), è alle prese con gli aspetti organizzativi proprio in queste settimane.

Prima di andare sui dettagli, però, occorre capire che tipo di matrimonio si desidera.
E non c’è che dire: sono sempre di più le spose che decidono di organizzare un matrimonio a basso impatto ambientale.

Matrimonio: protocollo sostenibile

Martina Di Palma è un’organizzatrice di eventi e matrimoni proprio così.
Abbiamo deciso di capire con lei come e perché nell’ultimo periodo sia aumentata questa richiesta.

È legata alla grande preoccupazione dei cambiamenti climatici?
Alla moda dell’utilizzo di materiali sostenibili?

Qualunque sia la motivazione di base, Martina è l’unica organizzatrice di eventi e matrimoni che utilizza un protocollo per ridurre a zero le emissioni di CO2, lavorando anche nella parte di back office in modo sostenibile ed è in grado di realizzare ogni richiesta dei suoi clienti in modo sostenibile, collaborando anche con il Fai, Villa Gregoriana (Fondo Ambiente Italiano).

La vocazione

La sostenibilità ha sempre fatto parte della tua vita o è una scoperta fatta col tempo?

“Sono nata e cresciuta in un ambiente familiare che aveva a cuore la sostenibilità, anche quando questa parola non era così di moda.
Zero spreco e poca plastica erano mantra che mia madre ripeteva spesso in casa”.

In che modo hai capito che la sostenibilità sarebbe stata determinante per il tuo lavoro? 

“Mentre studiavo all’università, come molti altri coetanei, lavoravo come hostess negli eventi. Ho visto lo spreco di qualsiasi cosa: carta, gadget, cibo.
Essendo cresciuta con un’altra mentalità, ho voluto creare eventi sostenibili.

Da hostess sono diventata coordinatrice, da coordinatrice ad organizzatrice.
E ho creato un brand per eventi e matrimoni sostenibili”.

Gli studi

Che cosa hai studiato, Martina?
“Ho frequentato la facoltà di Progettazione dei Sistemi turistici e mi sono specializzata in turismo sostenibile.

Ho seguito un master in marketing dei territori, per studiare come sviluppare i territori dove sono presenti aziende a conduzione familiare e ho frequentato molti corsi di organizzazione eventi e matrimoni, presso la scuola “Wedding planner pro” di Roberta Torresan”.

Il lavoro

Parlaci del tuo lavoro oggi…
“Lavoro per conto mio da quattro anni, con tre persone che collaborano con me per la pianificazione e la gestione degli eventi, settore nel quale ho lavorato per undici anni.

Ultimamente ho organizzato e coordinato il matrimonio di una nota influencer che ha un profilo social sulla sostenibilità in casa, una vera esperta @categreenlife”.

La professione

Sei una wedding /event planner quindi?

“No, non amo definirmi così.
Penso di essere una planner, gestisco la pianificazione e la coordinazione, ma l’evento è del cliente: lo stile e le idee sono loro”.

Il matrimonio sostenibile

Che cos’è un matrimonio sostenibile? 
“Un matrimonio sostenibile consiste nel realizzare il sogno di una coppia, non rinunciando a nulla.

Dobbiamo uscire dalla mentalità che sostenibile vuol dire rinunciare a qualcosa.
E posso assicurare che ne vale davvero la pena”.

Perché? 
“Perché sto organizzando il primo vero matrimonio completamente sostenibile, il mio.

Perchè sarà sostenibile?
Location, vestiti, allestimenti, cibo, coordinato cartaceo, macchina, trucco, fedi, viaggio di nozze sarà tutto sostenibile, molti fornitori sono sostenibili anche nella produzione, cosa fondamentale, non ci saranno sprechi, ma nello stesso tempo sarà un matrimonio normalissimo, un matrimonio senza rinunciare a nulla, tutto quello che abbiamo in mente sarà fatto, sarà con zero emissioni.

Quello che posso dire è che non si useranno abiti vintage, non ci saranno fedi in oro riciclato, non si utilizzerà carta di zucchero oppure canapa, non utilizzeremo palloncini biodegradabili, non ci saranno allestimenti con frutta oppure verdura, tutte queste alternative non sono sostenibili, come tanti dicono, il tutto verrà fatto con alternative sostenibili senza far mancare nulla.

Congratulazioni! A quando il grande evento?
“30 agosto 2023”.

Siamo già in pista per organizzare?
“Certo, assolutamente. E non sarà affatto brutto.

Abbiamo pensato di dedicare un anno di lavoro per organizzarlo.
Per l’occasione avrò una wedding coordinator che è una mia collega, che coordinerà tutti i tempi e risolverà i problemi dell’ultimo momento, figura estremamente importante secondo me, in modo da goderci ogni singolo secondo con tutti i nostri invitati”.

Sostenibilità e matrimoni

Ci vuole questo tempo per organizzare un matrimonio sostenibile?
“No, anche meno.
In genere possiamo farcela in sei-sette mesi”.

La sostenibilità si associa bene al giorno del matrimonio, ma in che modo le aziende ti contattano per lavoro?
“Organizzo e gestisco eventi aziendali sostenibili, sia nel back office sia nella pratica dell’evento.

E le aziende?

Quando accade questo, le aziende possono inserire questo aspetto nel loro bilancio della sostenibilità”.

Molte aziende richiedono però delle certificazioni…
“Certo, io le faccio e le posso consegnare ai clienti”.

Come concretamente le aziende potrebbero organizzare eventi sostenibili?
“Ad esempio scegliendo badge elettronici e non cartacei.
Usare carta piantabile o riciclata, compensando le emissioni di CO2.
Privilegiare location orientate al sostenibile, usare macchina o transfer elettrici, usare alloggio con particolare attenzione all’ambiente…”.

Sostenibilità e mentalità comune

Quanto è necessario ancora lavorare per far entrare la sostenibilità nella mentalità comune?
“Dovrebbe essere prevista più educazione per i bambini, ma anche per gli adulti.
Chi si rivolge a me è già sostenibile mentalmente, magari per il comparto cosmetico, per la scelta dell’auto, per lo shopping.

Ragiona già in modo sostenibile. Ma non basta.
La politica, le aziende, le scuole dovrebbero fare di più.

Ancora oggi tanti mi chiedono cosa voglia dire sostenibile…
È grave: qualche domanda dovremmo farcela”.

L’agenda 2030, il punto di partenza!

L’agenda 2030 è un buon punto di partenza?
“L’agenda 2030 è un obiettivo ancora molto lontano.

E le basi ancora non ci sono.
Bisogna lavorare ancora tantissimo, anche da un punto di vista di informazione (tv, giornali, pubblicità)”.

La sostenibilità non è una moda…ma è consapevolezza!

“Esatto. È un modo di vivere.
E occorre tanta conoscenza.

Ad esempio, distinguere tra compostabile e biodegradabile.

Li consideriamo sinonimi, ma non è così.
Biodegradabile non vuol dire sostenibile al 100%.

C’è qualcosa di meglio, che è il compostabile.
Infatti il biodegradabile (come piatti e bicchieri) non vanno nell’umido, il compostabile sì”.

La sostenibilità conviene?

Come far capire che la sostenibilità conviene?
“Spesso pensiamo che essere sostenibile significa perdere tempo.
Il cibo sprecato a ogni evento potrebbe essere consegnato ad associazioni benefiche, ma richiede tempo.

E noi non abbiamo tempo da buttare.
Ma se non lo facciamo, la terra non ci aiuterà più.

E il processo di inversione di rotta è già iniziato.
Cambiamenti radicali fanno già parte della nostra vita.

Davvero conta di più il tempo?”.

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