Sostenibilità PMI: cosa cambia e come aggiornarsi

Le normative dell’Unione Europea non guardano più solo alle “Big” e sollecitano tutti al cambiamento: parte la missione “Sostenibilità PMI”.

Quando si parla di sostenibilità PMI in ambito normativo europeo siamo ancora agli inizi, ma è evidentemente che le norme provenienti dalle Commissioni Europee in ambito di sostenibilità per le imprese più grandi stiano assumendo sempre di più un carattere di natura obbligatoria, da rispettare, piuttosto che una linea guida da seguire.

A cascata quindi anche le piccole e medie imprese dovranno adeguarsi ad alcuni parametri insieme alle grandi imprese.

Le Direttive europee

Direttive europee che vengono rinforzate dalle normative nazionali, che dovranno raggiungere degli obiettivi contro la lotta al riscaldamento globale contenuti nell’Agenda2030 per permettere alle aziende sul territorio di ottenere fondi europei o da istituti di credito.

Si discute molto del PNRR le imprese in questi giorni e viene sempre più sollecitata l’adozione di determinati comportamenti di sostenibilità per le imprese al fine di raggiungere determinate riduzioni di quote di CO2 entro il 2030.

Il cambio di paradigma sulla gestione aziendale sarà il principale focus degli anni a venire e se si parla di sostenibilità PMI e imprenditori non potevano essere a lungo esclusi.

Un ripensamento delle strategie commerciali che dovrà essere visto come un’opportunità per far diventare la propria impresa stabile, competitiva e in sintonia con le esigenze della comunità e dell’ambiente.

Serve velocità e semplicità

Se l’operazione Sostenibilità PMI vuole essere un successo vanno però rimossi tutti gli ostacoli burocratici che rallentano l’adozione di questi comportamenti e aumentare gli incentivi con sgravi fiscali.

Il 52% delle PMI sottolinea come queste due problematiche, costi elevati e burocrazia, siano la barriera principale al cambiamento mentre il 38% sostiene che il mercato non è ancora consapevole, poco interessato o non pronto alle tematiche ambientali.

Ma la strada è ormai tracciata e le imprese volenti o nolenti devono adeguarsi alle normative cercando di rimanere sul mercato senza troppi shock e cercando di far intendere alle istituzioni politiche le loro necessità e difficoltà stabilendo un dialogo proficuo per entrambe le parti.

Sostenibilità PMI: come creare valore sostenibile

Il piccolo e medio imprenditore deve guardare alle sfide che queste norme pongono davanti a lui come opportunità per garantire continuità aziendale, che porterà inevitabilmente ad un miglioramento delle tecnologie di riciclo dei prodotti, materiali e di energia e quindi delle prestazioni dell’impresa.

Una media impresa che verrà riconosciuta ecosostenibile da strumenti operativi selezionati dalla norma vigente attrarrà maggiormente investitori nazionali, ma soprattutto i capitali esteri.

Sostenibilità PMI a 360 gradi

Generalmente infatti i driver che portano un’azienda ad essere circolare sono i seguenti:

  • capacità di formare il management e trasferimento delle competenze a tutto il personale, finanziamenti ottenuti rispettando i parametri ESG (Environmental, Social, Governance),
  • adozione di strumenti finanziari Fintech in contrapposizione con quelli tradizionali (Big Data, Bitcoin o crypto in generale, cloud computing o Intelligenze Artificiali che affiancano e migliorano il lavoro dell’uomo),
  • capacità di ottenere prestiti, sia dal settore pubblico che privato, correlati ad iniziative eco che sviluppino tecnologie le quali migliorano le prestazioni energetiche o eco sostenibili,
  • capacità di identificare le KPI (Key Performance Indicators), misurarne le potenzialità o le mancanze per poi lavorarci sopra

La svolta ecologica avrà un impatto anche nell’economie locali portando inevitabilmente le varie aziende dello stesso settore a collaborare e a capire come affrontare le sfide che incombono, senza che si strappi il tessuto economico e tutta la filiera produttiva coinvolta.

Sulla nostra piattaforma trovate il corso “Creazione di valore sostenibile per le PMI” per avere un’idea ancora più chiara di come poter creare valore dalla transizione sostenibile.

Come cambiano le normative di sostenibilità per le imprese e come stare al passo

Come abbiamo detto prima, dalla Commissione Europea vengono le indicazioni su come le imprese piccole o grandi devono operare per affrontare la crisi climatica.
Dal 2024 le grandi aziende quotate in borsa dovranno anche rendicontare  le informazioni sui loro piani di sostenibilità secondo i criteri contenuti ne la Corporate Sustainability Reporting Directive (CSRD), ovviamente occhio al Greenwashing!

Cosa impone la CSRD

La CSRD impone alle big corporate di:

  • presentare una descrizione riepilogativa sulle strategie che intendono e quali stanno adottando per promuovere la transizione ecologica nei processi che costituiscono l’attività aziendale,
  • descrivere quali opportunità si sono presentate con l’impiego delle risorse a disposizione per migliorare la sostenibilità del modello di business, gli obiettivi che sostengono il miglioramento della sostenibilità della gestione aziendale nel lungo termine,
  • descrivere come l’applicazione di politiche sostenibili influenza le prestazioni dell’attività e di come viceversa, l’azienda impatti sull’ambiente con il suo lavoro,
  • introdurre una rendicontazione sostenibile
  • descrivere come le amministrazioni locali e nazionali che si occupano delle tematiche green influenzano l’operato dell’azienda.

La rendicontazione di sostenibilità

Ma uno dei più grossi cambiamenti sarà la rendicontazione di sostenibilità di tutta la catena produttiva della merce.

Le aziende saranno responsabili nell’informare il mercato sulla provenienza e la lavorazione di tutte le componenti di un dato prodotto.
Un bello sforzo amministrativo per tutta la filiera produttiva che dovrà dimostrare quanto impatta sull’ambiente la merce e il processo di trasformazione della stessa.

La norma che contiene queste disposizioni in materia di disclosure della supply chain è nella proposta direttiva in materia di European Financial Reporting Advisory Group da parte della Commissione Europea del 23 febbraio 2022.

Dapprima pensata solo per le grandi aziende ma che poi è stata allargata anche alle PMI.

Non solo le aziende dovranno misurare gli impatti negativi della loro attività sull’ambiente, ma anche come influenzano le altre sfere sociali come: i diritti umani, interessi del consumatore, scienza e tecnologia.

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